Sul mare delle Perle by Emilio Salgari

Sul mare delle Perle by Emilio Salgari

autore:Emilio Salgari [Salgari, Emilio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: narrativa, avventura
editore: bandinotto
pubblicato: 2012-12-12T20:34:55+00:00


14.I CINGALESI ALLA RISCOSSA

Nelle foreste e anche nelle jungle di Ceylan, accade talvolta di trovare degli antichi templi dedicati a Buddha, divinità che si dice abitasse quell’isola incantata, prima di passare in India a predicarvi la nuova religione.

Quello che i fuggiaschi stavano per occupare era un piccolo tempio formato da una sola cupola, pure anticamente doveva essere stato più vasto, perché intorno si vedevano numerose rovine e muraglie in parte diroccate, adorne di sculture molto grossolane.

Una scala di mattoni metteva nella pagoda, già in parte caduta e coperta di muschi.

Il capitano pel primo vi si avventurò, non senza aver prima armato il fucile, perché, essendo la porta aperta, non era improbabile che degli animali vi avessero cercato rifugio.

- Aspettate - disse il francese. - Voglio mettermi anch’io all’avanguardia. Se i monaci non vi sono più, possono essere stati surrogati dalle tigri o dalle pantere. Cattivi sacerdoti, in fede mia!

Salirono silenziosamente la scala e si fermarono dinanzi alla porta, guardando nell’interno del tempio. L’oscurità era così profonda là dentro, che non si distingueva assolutamente nulla.

- Pare di entrare in una caverna - disse Jean Baret. - Se si accendesse qualche ramo? Io ho il mio acciarino.

- Sarebbe meglio - rispose Amali.

- Oh! - esclamò Durga. - Vedo qualche cosa che brilla fra le tenebre.

- Che i monaci sepolti da secoli siano risuscitati? - chiese Jean Baret, celiando.

- Sono due punti luminosi, signore.

- Allora non sono lanterne.

- Sarebbero meno pericolose.

- Che vi sia qualche belva? Accendiamo un lume, signori miei. Io non amo le tenebre.

- Andate a prendere delle canne secche - comandò Amali ai due marinai.

- E noi teniamoci pronti a far fuoco - disse il capitano. - Vedo quei due punti fosforescenti muoversi; sono certo gli occhi d’una belva.

I due marinari scesero la scala e poco dopo tornarono, portando ognuno un fascio di canne ben secche.

Jean Baret accese l’esca e diede fuoco a due fastelli, gettandoli destramente dentro la pagoda, la quale in un baleno fu illuminata.

Un animale stava accovacciato presso ad una statua di Buddha, che si trovava nel centro dell’edificio; a quell’improvvisa irruzione di luce scattò, spiccando un immenso salto e rifugiandosi nell’angolo più oscuro.

- È un leopardo - esclamò Jean Baret.

- Ed ha qui il suo covo - disse Amali. - Non vedete quanti ossami si trovano presso quella statua?

- Sarà solo o avrà qualche compagno? - domandò Durga.

- Non vedo che lui - rispose Jean Baret.

- Come faremo a sloggiarlo? - chiese il capitano.

- Non trovo altro mezzo che quello di fucilarlo - affermò Jean Baret.

- Ed i cingalesi? - disse Amali.

- Già, non pensavo a quei bricconi.

- Che udrebbero le nostre detonazioni.

- Eppure non possiamo rimanere all’aperto.

- Vediamo se riusciamo a farlo fuggire.

- Adagio, re dei pescatori. I leopardi non sono meno feroci delle tigri, anzi sovente sono più pericolosi.

- Accendiamo delle altre canne e avanziamoci. Tutte le belve temono il fuoco.

- Proviamo - disse il francese.

I due marinai vennero mandati una seconda volta a far provvista di vegetali. Furono formati sei fasci e ognuno ne prese uno, accendendolo e scagliandolo verso l’angolo dove si era rifugiato il leopardo.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.